Gli elementali e i deva chiamati agnisurya sono nella loro totalità l’essenza del fuoco di buddhi, perciò il loro punto più basso di manifestazione è il sesto piano o piano astrale.

Il pensatore, nel creare la forma-pensiero e dopo aver “purificato” le acque, o salvaguardato i suoi desideri, procede poi (con l’uso di certe parole che gli sono insegnate dall’Angelo Solare) a proteggersi dai deva di natura elementale con i quali si propone di lavorare. Sul piano mentale, la natura e la vibrazione dell’Angelo Solare davano una protezione sufficiente ma ora si propone di lavorare con gli elementali e gli esseri più pericolosi dei tre mondi. Nella Dottrina Segreta è detto che “gli elementali dell’aria sono i più perversi e pericolosi”. “In questo si riferisce al piano fisico e ai pericoli che minacciano il corpo fisico”. “Sono i più pericolosi quando si tratta del piano fisico, ma nel caso che consideriamo ci stiamo occupando dell’uomo , l’unità nei tre mondi “

Le formule protettive sono pronunciate dal pensatore, insieme all’Angelo Solare, nel momento in cui la forma-pensiero è pronta a ricevere l’involucro astrale. Il mantram riguarda le forze che spingono all’attività gli Agnisurya e promuove una corrente di energia protettrice da uno dei petali del loto egoico. Questa circola attraverso il centro della gola dell’individuo, e stabilisce intorno a lui una corrente circolatoria di energia che respinge automaticamente i deva che potrebbero minacciare (con il loro lavoro cieco e non intelligente) la sua pace. Dopo aver badata a queste due fasi – aggiustato il desiderio e protetta l’identità – tanto l’Angelo Solare che l’operatore di magia conservano un atteggiamento di contemplazione, ossia quella condizione profonda che segue quella chiamata meditazione.

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