La gerarchia occulta è un grande centro di forza: il cuore, la testa e la gola dell’Uomo Celeste, poiché questi tre centri funzionano in triplice coordinamento. Parallelamente alle sue attività lungo la linea della coscienza (principalmente la coscienza o intelligenza che si manifesta nel terzo e nel quarto regno) vi è una grande Gerarchia di deva che si occupano dello sviluppo di quella parte del corpo dell’Uomo Celeste che non è inclusa nei centri attivi.

Per essere più chiari, La gerarchia si occupa dello sviluppo del loto di nove petali dell’Uomo Celeste e dell’uomo (per il primo mediante l’azione riflessa tra il fisico cosmico e il mentale cosmico), mentre la grande gerarchia dei deva si occupa degli atomi permanenti, del corpo egoico e dello sviluppo delle spirille. Così si capisce la funzione degli Agnichaitan delle fornaci inferiori, macrocosmicamente e microcosmicamente.

Gli Agnichaitan di gruppo B. Passando a considerare il secondo gruppo di Agnichaitan, ci occupiamo di quell’importante gruppo di deva che sono designati in talune opere come “deva delle ombre” . La loro funzione è principalmente quadruplice; essi sono la base del moto dell’attività su tutti i piani, attività generata dalla reciproca azione degli aspetti positivo e negativo di Brama, il Dio manifestato.

Primo. Essi sono i costruttori dei corpi eterici di tutti gli esseri senzienti, e soprattutto di tutti i corpi eterici degli uomini.
Secondo. Sono i trasmettitori del prana.
Terzo. Essi assolvono una funzione ben precisa nel processo evolutivo collegando i quattro regni della natura, poiché sono essenzialmente i trasmutatori e i trasmettitori dell’inferiore nel superiore. Essi costruiscono tra un regno e l’altro – minerale, vegetale, animale e umano – ciò che in ognuno dei casi corrisponde all’antahkarana, il ponte che collega il manas inferiore con il superiore, e che quindi è il canale di trasmissione della vita dal regno umano inferiore a quello spirituale superiore. Si noterà che tra ognuno dei diversi stadi di coscienza (dal subcosciente, attraverso l’autocosciente, al super cosciente) vi è un periodo di collegamento, di costruzione e di stabilizzazione del ponte, e che questo è compiuto per mezzo di certi gruppi di deva su tutti i piani. Questi tre gruppi sul piano fisico hanno le loro controparti sui piani superiori ove avviene un lavoro analogo. Il punto da ricordare è che questo lavoro di collegamento tra un regno e l’altro deve essere attuato sotto le seguenti condizioni:

a. Come risultato di un impulso emanante dall’inferiore, o originato dal desiderio attivo dell’inferiore di abbracciare o entrare in contatto con il superiore. Questo è molto importante, perché ogni progresso deve essere autoindotto, autoiniziato e deve essere il risultato di un’attività interiore.
b. Come risultato dell’azione riflessa dello stadio o regno superiore: esso è prodotto dall’attività dall’inferiore che richiama una risposta dal superiore. Ogni vibrazione, si ricordi, corre lungo delle onde di sostanza vivente.
c. Come risultato di uno stimolo estraneo prodotto dall’attività di certe Potenze coscienti, interessate nel processo dello sviluppo evolutivo.

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